LA PUGLIA E LA MANCATA GUERRA ATOMICA.
Molti, ma non tutti, ormai sanno che la nostra amata terra, a cavallo tra il 1957 ed il 1964, è stata al centro dello scontro tra le due superpotenze di allora: URSS e USA.
In quegli anni, d’accordo con l’allora presidente del consiglio dei ministri (Fanfani) ed all’insaputa del Parlamento italiano, gli USA strinsero un accordo per schierare sul nostro territorio murgiano ben 30 missili con testate termonucleari da 1,44 Megatoni (1.000 volte più potenti di quelle che rasero al suolo Hiroshima e Nagasaki).
Il PGM-19 Jupiter era un missile doppio stadio a medio raggio con portata tra i 1 000 e i 5 500 km, armato con una potente testata termonucleare, prodotto dalla Chrysler, che aveva già sviluppato il precedente PGM-11 Redstone (fonte: Wikipedia).
Il progetto dello schieramento di queste testate (nome in codice Deep Rock) venne effettuato con l’ausilio della nostra Aeronautica Militare, che individuò le zone dove ospitare gli ordigni. Solitamente si trattava di zone ad economia estremamente rurale e difficili da raggiungere, rispetto ai centri abitati.
Gli Jupiter dislocati sulle Murge erano ben più offensivi degli altri missili NATO installati in Inghilterra e in Turchia, potendo colpire contemporaneamente tutti i più importanti obiettivi strategici e le città sovietiche di Mosca e Leningrado (fonte: www.f052.it/il-fronte-della-guerra-fredda/).
Ancora oggi molti siti sono raggiungibili e visitabili, seppur con molte difficoltà e pericoli, rappresentati dal degrado delle strutture e dal loro costante pericolo di crollo. Fonti anonime riferiscono inoltre che i siti, specie i punti dove erano dislocati i missili veri e propri, siano ancora radioattivi. La cosa si potrebbe ben immaginare vista la cura con la quale i sylos furono sigillati (vedi foto).